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Venerdì 30 Marzo 2007 dalle ore 19 a Vag61

Proiezione di "Nudi verso la follia" e presentazione di "Non disperdetevi"

Nudi verso la follia ore 19 proiezione di "Nudi verso la follia".

Il documentario sul Festival del Parco Lambro, realizzato con materiali di repertorio di Alberto Grifi, per la regia di Angelo Rastelli
Le giornate della VI Festa del Proletariato Giovanile di Parco Lambro (Milano, 26-30 giugno 1976) restano incastonate nel DNA del rock italiano come punto d'arrivo di un percorso irripetibile, il tramonto dolce e amaro di un movimento che ha saputo raccogliere intorno a un evento simbolico componenti eterogenee del tessuto sociale: studenti, operai, femministe, attivisti politici, intellettuali, esponenti del movimento gay.
Apice della controcultura giovanile italiana, Parco Lambro appare sospeso tra il sogno rivoluzionario del maggio francese e il brusco risveglio degli anni di piombo, del riflusso. Il festival era stato organizzato dalla rivista di controcultura Re Nudo, con l'appoggio di gruppi politici parlamentari ed extraparlamentari: Partito Radicale, Lotta Continua, IV Internazionale, Falce e Martello, la rivista anarchica 'A', Umanità Nova, e la rivista di Autonomia Operaia Rosso. Tra dibattiti accesi, problemi organizzativi, disordini, si respirarono anche giorni di grande musica, con la partecipazione (autofinanziata) di musicisti appartenenti a etichette indipendenti (Cramps, Ultima Spiaggia&_#8230;). Simbolicamente, fu anche l'atto conclusivo della stagione dei grandi raduni internazionali pop-rock, che hanno fatto da collante sociale a più generazioni.
Angelo Rastelli (all'epoca partecipante all'evento) ha recuperato i materiali originali girati da Alberto Grifi e altri sei operatori, unendo le testimonianze dei 'reduci' (Eugenio Finardi, Alberto Camerini, Toni Esposito, gli organizzatori Valcarenghi e Scianchi) alle registrazioni fatte dalle radio 'libere' milanesi nei giorni del festival. Nel documentario Nudi verso la follia (slogan paradossale coniato - e messo in pratica - durante la manifestazione) rivedremo la passione dei dibattiti politici, la contestazione studentesca, e la grande musica di quello scorcio degli anni '70: Eugenio Finardi, che presentò al festival "Musica ribelle"; gli Area de "L'Internazionale"; la jam session di Don Cherry con Tony Esposito. Immagini esclusive e inedite, che hanno come fil rouge 'Paperina' (ovvero Stefania Maggio), giovanissima "autonoma" che ha partecipato al Festival.
Quelli di Parco Lambro furono giorni di magnifica follia, di speranze mai sopite, d'illusioni, provocazioni e musica libera: giorni da non dimenticare

ore 20. Aperitivo "cre/attivo" e buffet

Copertina di "non disperdetevi" ore 21. Incontro con Oderso Rubini e Andrea Tinti autori del libro
Non disperdetevi - 1977-1982 San Francisco, New York, Bologna. Le città libere del mondo (Arcana editrice). Alla serata saranno presenti anche Roberto Freak Antoni (leader degli Skiantos) e Stefano Cavedoni (ex Skiantos)
Tra il 1977 e il 1982 la vera musica italiana ebbe una capitale indiscussa: Bologna. È là che nascevano tutti gli spunti, i sodalizi e le idee destinati finalmente a rinnovare un panorama immobile e stantio. Alcuni nomi erano destinati ad entrare nella leggenda del rock italiano: Skiantos, Gaznevada, Confusional Quartet, Stupid Set, Hi-Fi Brothers. Ma Bologna Rock non era solo musica: era la politica di organizzazione extraparlamentare, dei cani sciolti, della controcultura. Era l'arte emergente del fumetto, della performance, era l'informazione rinnovata delle radio libere e delle fanzine. Era la nuova istruzione possibile nelle aule del Dams. Insomma, una città laboratorio sul margine pretecnologico di un'Italia del tutto diversa da quella di oggi. Per ricostruire questo vivacissimo scenario culturale si poteva percorrere una sola strada, quella della documentazione, delle testimonianze orali, dell'ordinamento dei materiali.
Oderso Rubini , deus ex machina e produttore dell' Harpo's Bazaar e dell' Italian Records , le due label dov'è nato il rock bolognese. E poi videomaker, musicista, talent scout e molto altro.
Andrea Tinti è un giornalista musicale che collabora con diverse riviste specializzate, nel 2001 ha curato l'Enciclopedia del Rock Bolognese.

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