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Venerdì 19 febbraio'010, dalle ore 20, ritorna il Tinello del Vag61

Più trash della spazzatura

Espelli il leghista che è in te
Il trash, la spazzatura, il rusco, la monnezza sono diventati simboli del mondo di oggi.
La società contemporanea non produce più rovine, cioè resti di qualcosa che non esiste più ma che vale la pena conservare perché testimonia la grandezza passata di una civiltà. La modernità produce macerie, produce polveri, produce detriti. Tutte queste cose non si riescono a rimuovere o a smaltire a causa della velocità con cui vengono prodotte.
Viviamo in centri urbani sfavillanti e pieni di tecnologia, ma fuori dalle nostre città crescono le montagne di rifiuti.
Ne produciamo una quantità sterminata, ma preferiamo non pensarci e rimuovere il pensiero.
Il rifiuto è la presenza - assenza dei nostri tempi.
Il rifiuto è connaturato al nostro modo di vivere. Siamo stati addestrati per questo scopo e ora l’idea del rifiuto si è ormai spostata dagli oggetti agli uomini: i vinti dell’era tecnologica.
Sono gli esuberi da buttare, solo perché, nella società dei consumatori, rappresentano quelle mansioni considerate obsolete e antieconomiche. Questa testimonianza di un lavoratore in CIG è più chiara di centomila analisi: “Quando sono entrato ragazzino alla Merloni, per fare un frigorifero eravamo in dieci e ci mettevamo 8 ore. Negli ultimi tempi in dieci facevamo 5 frigoriferi in 4 ore. Ma quando tutti hanno il frigorifero, che cavolo facciamo, mi chiedevo? E infatti siamo tutti in cassa integrazione a zero ore”.

Sui rifiuti c’è anche chi specula, soprattutto se sono nocivi. In questi giorni le cronache giudiziarie hanno parlato di Steno Marcegalia, sì proprio il padre della Marcegaglia, l’Emma, la presidente di Confindustria…
Si tratta di smaltimento illecito… l’inchiesta è partita da un “omicidio bianco” avvenuto in una fabbrica del grossetano. A lasciarci le penne è stato Martin Decu, un operaio rumeno di 47 anni che il 26 giugno 2008 rimase ucciso dall’esplosione dello stabilimento di rifiuti dove lavorava… Martin non sapeva che quello smaltimento era illecito… come non sapeva che la porcheria che stava trattando aveva firme prestigiose come Marcegaglia e Lucchini ed era targata Ferriere di Trieste e Area Portuale di Ravenna…
Del resto, anche se l’avesse saputo, non è che la sua morte avrebbe avuto, comunque, un senso…

No trash Nella società contemporanea, oltre alla nocività dei rifiuti solidi, siamo costretti a convivere anche con la spazzatura mentale e con il “White trash” che ha portato sui gradini più alti del podio burini imbrillantimati e tamarri “griffati”: un esercito di sguaiati personaggi che fanno dell`ostentazione della loro maraglieria il loro stile di vita… Le loro scarse risorse culturali si alimentano coi programmi televisivi di Maria De Filippi, Platinette e Irene Pivetti, con le riviste di gossip, con l’abuso dei maghi otelma, con i film di Er Monnezza o delle vacanze di Natale.

Avanti di questo passo, c’è il rischio che l’intera umanità finisca indifferentemente dentro un cassonetto o dentro il cestino che sta sul desktop del computer, gettata come i documenti e le cartelle o come il sacchetto del rusco.

Zigmund Bauman sostiene che «i rifiuti sono il segreto oscuro e vergognoso di ogni produzione» e questo segreto molti lo vogliono mantenere tale.
Michel Foucault insegnava che per capire l'umanità bisogna saper guardare nella spazzatura.

Seguendo i consigli dei maestri, abbiamo imparato a non avere paura della spazzatura e a prendersene cura.
Siamo per il riciclaggio dei rifiuti - compresi quelli di origine artistica – e questo comporta una continua rimessa in gioco di oggetti che hanno fatto parte della nostra vita, anche se per un brevissimo periodo di tempo.

Tutto ciò lo possiamo interpretare, come fa la Compagnia del Tinello, come un motivo comico, ma il nostro non sarà un tentativo di fuggire da ciò che è impegnativo, importante, doloroso e complesso. Come tradizione, nel Tinello di VAG, l”impegno”, a un certo punto della serata sfumerà nel “disimpegno” , ma all’orizzonte resterà sempre impresso il nostro motto:
“Non lasciate sfitto il vostro cervello… OCCUPATELO”.

Alle ore 20 c’è una cena (non troppo impegnativa) che fa il verso al tema della serata... C’è un piccolo palco, un gruppo di persone recitanti, un’orchestrina e una scenografia accogliente… alle ore 21,30 si alza il sipario... C’è un pubblico, c’è gente bella, si beve, si ride, si mangia... ci si muove... e ci si commuove.

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