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Venerdì 8 gennaio 2010, dalle ore 20, a Vag 61, ritorna il Tinello

Non fatevi grattugiare l’anima dalla paura

le gambe La Compagnia del Tinello è un gruppo stabile di attrici e di non attori impegnato a trasmettere e riflettere attraverso il teatro.
I tinellanti vivono tutte le contraddizioni della società: in questo momento sono convinti di attraversare un periodo di merda e, pertanto, non sanno se ridere o piangere delle loro vite, ma, nel dubbio, ridono cercando almeno di far sorridere.
Anche in questa occasione, sviluppando il tema della paura, l’hanno affrontato con diversi gradi di intensità. La “democrazia del Tinello” ha permesso che ognuno/a potesse portare il suo stato di paura, accompagnandolo con una serie di atteggiamenti irrazionali che accomunamo l’allegra brigata.
L’8 gennaio sarà pertanto una serata piena di “paranoie” (perseguitati da una pulce o da una patata con le ali), di “stati di panico” (con la presa di coscienza di avere davanti l’addetta di uno sportello URP di quartiere e vederla muoversi e parlare sul palcoscenico nelle sembianze di Euridice, come quando ti allunga un certificato di residenza), di “spavento” (per non essere più in grado di riconoscere il "giusto" e "l'errato"… quando vedi un preside che smanetta con la “Fender” sulle note incazzate dei Clash), di “terrore” (quando ti accorgi che la cantante avvicina la bocca al microfono con la stessa tecnica odontoiatrica di chi il giorno prima stava ravanando tra i tuoi denti e le tue gengive canticchiando una canzone che adesso riascolti in scena).
Al Tinello si produce “Red Scare all’incontrario” (in italiano “paura rossa alla rovescia”), perché il variegato gruppo di attori e orchestrali che scorazza a VAG 61 ha le sembianze dello “psicoterapeuta di massa”.
Se oggi l'Italia è il paese più angosciato d'Europa, noi in Via Paolo Fabbri 110 siamo il “buon vino invecchiato dell’umiltà”.
a chinino Se la coscienza dei più vive il mondo mediante la paura, se è prigioniera del suo stesso credere, solo noi del Tinello la possiamo liberare dalla propria trappola, essendo il ponte fra la disperazione e la speranza, con un’efficacia superiore a quella di una buona dormita.
Per noi l’unica cosa di cui aver paura sono le convinzioni della paura. Sappiamo fin troppo bene che la paura imprigiona e paralizza, impedendo anche il più semplice movimento, come quando cerchiamo invano di chiedere aiuto durante un incubo. Noi che siamo movimentisti, cerchiamo di spostare costantemente lo squilibrio dalla paura verso la libertà.
Il nostro desiderio del meglio è più forte della vostra paura del peggio. Seguendo un arguto proverbio cinese, non potremo impedire che gli uccelli dell'ansia e della preoccupazione volino sulla nostra testa, ma potremo evitare che vi costruiscano sopra un nido.
Diceva il grande Totò: “Ma quale paura? Nel mio vocabolario non esiste questa parola, a meno che non si tratti di un errore di stampa”.
Date retta a Charlie Chaplin: bisogna credere nel potere del riso. Non fatevi cogliere dal panico: è questione di un attimo e passa.

Questo è il programma della serata:
VAG 61, via Paolo Fabbri 110, Bologna
Ore 19,30 aperitivo rinforzato
Ore 20,30 una cenetta “da paura”
Ore 21,30 si alza il sipario

la paura chiude le porte, il coraggio le apre
LA PAURA CHIUDE LE PORTE, IL CORAGGIO LE APRE

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