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Venerdì 20 novembre '09, dalle 20 a mezzanotte, in via Paolo Fabbri 110

Il Tinello di Vag tra il Messico e le nuvole

Pancho Villa Il 20 novembre è il 324° giorno del Calendario Gregoriano (il 325° negli anni bisestili)… e poi mancano 41 giorni alla fine dell'anno.
Nel corso dei secoli, nella giornata del 20 novembre, ci sono state due storie più importanti delle altre storie:
- Nel 1820, una balena attaccò la baleniera Essex a quasi 4.000 chilometri dalla costa occidentale del Sud America. Quell’episodio di ribellione cetacea del grande mammifero ispirò Herman Melville nella scrittura del romanzo Moby Dick, che uscì nel 1851.
- Nel1910, in terra messicana, a ribellarsi furono invece i peones, i braccianti scappati dalle haciendas. Li definirono un esercito di straccioni. Allora non si usava ancora una parola oggi molto in voga, strumentalizzazione, ma i sofisti (che in questi casi parlano perché hanno la lingua in bocca) affermavano che questi zappatori erano incapaci di comprendere le vere ragioni di quanto stava accadendo. In realtà, i peones erano peones consapevoli della loro miseria e della loro povertà e, stanchi di quella loro condizione, avevano deciso di cambiare il corso della loro vita… era arrivato il momento di agire e di ricacciare povertà e miseria nella gola di chi, sino ad allora, gliela aveva imposta.
La rivoluzione messicana si mise in marcia, dunque, il 20 novembre… fu una sollevazione politica contro la dittatura del presidente-caudillo Porfirio Díaz Mori che il 6 giugno 1910, per vincere le elezioni e restare alla guida dal Messico, fece arrestare il suo sfidante Francisco Madero (autore di un libretto che chiedeva elezioni libere), con l'accusa di incitamento alla rivolta. Uscito dal carcere, Madeiro fuggì negli Stati Uniti, poi, il 20 novembre, riattraversò il confine, si dichiarò presidente e, questa volta sì, incitò alla rivoluzione per rovesciare il despota che governava dal 1876.
Ma le forze ribelli dell’ercito rivoluzionario non erano ancora pronte e solo nel 1911, sotto il comando di Pancho Villa e di Emiliano Zapata, riuscirono a riorganizzarsi e avere la meglio sull' esercito di Díaz che, sconfitto, se ne andò in esilio
La protesta popolare, però, non si fermò al rimescolamento politico: Emiliano Zapata e Pancho Villa portarono a termine la rivoluzione, arrivando nel 1917 all'approvazione di una Costituzione, molto avanzata dal punto di vista della giustizia sociale, della libertà e della laicità, che è ancora oggi in vigore.
La Costituzione fissava i principi relativi alle garanzie individuali, abolendo ogni forma di rapporto servile; veniva sancito il diritto alla libertà d'espressione, di associazione e di transito. L’educazione veniva affidata allo Stato in forma laica e gratuita. Veniva affermato il diritto di sciopreo e all’organizzazione dei lavoratori in sindacati e, con una serie di articoli, si regolamentava l’attività lavorativa (otto ore giornaliere, tutela del lavoro femminile e minorile, licenziamenti per giusta causa, salario minimo garantito, diritto all’istruzione e all’assistenza per malattia).
Si disse che era una carta costituzionale anti-clericale. In effetti, venivano poste limitazioni alla Chiesa in materia di istruzione e di diritto a possedere beni; gli ordini monastici erano aboliti e le cerimonie religiose fuori dalle chiese vietate. Con l'articolo 27 era negato alle istituzioni religiose il diritto di acquisire, detenere o amministrare beni immobili e tutti i beni ecclesiastici, compresi quelli di scuole e ospedali, che furono dichiarati proprietà nazionale.
Di fronte a questi principi ci viene anche noi da urlare: “¡Que Viva Mexico!”

sombreri Ma la rivoluzione di Villa e Zapata e dei peones non c’ha sfornato solo una Costituzione coi controcazzi, ci ha lasciato in qualche modo in eredità anche "Tutta una vita", una delle telenovelas più corte tra quelle che sono state trasmesse in Italia (la serie ebbe alcuni passaggi su ReteA e su diverse emittenti locali). La trama di "Tutta una vita" è infatti ispirata alla vita di personaggio di nome Maria Conessa, che si incasina per i tanti, difficili amori nel contesto storico della Rivoluzione Messicana. La Compagnia del Tinello, la sera del 20 novembre 2009, porterà in scena per 7/8 minuti questa vicenda dalle tinte rosa shokking e, insieme a questa storiella, si alterneranno sul nuovo palcoscenico di VAG 61, "la llorona" , la curandera - sciamana Maria Sabina (personaggio trovato tra le pagine del libro di Pino Cacucci "La polvere del Messico". Alcune letture di Galeano accompagneranno le immagini dei grandi muralisti messicani (anche questa è una faccenda di grande attualità, anche se oggi chi dipinge sui muri è chiamato graffitista). Parlando di muralisti non ci si poteva non ficcare nella travagliatissima storia d’amore del pittore muralista Diego Rivera e di sua moglie, la pittrice Frida Kahlo.
Poi, come tradizione nel Tinello di VAG, l”impegno” sfumerà nel “disimpegno” e, allora, ecco il monologo della “Patata con le ali” sul Messico e i Fagioli, Zorro e la poesia messicana, e le barzellette messicane d’autore.
Farà la comparsa, per l’occasione, anche il primo numero del foglio satirico della Compagnia del Tinello, dal titolo rassicurante “L’idraulico solido”… E con un sottotitolo che è tutto un programma: “Non lasciate sfitto il vostro cervello… OCCUPATELO”.
A tenere insieme questa sgangherata scaletta ci saranno le canzoni della Tinozza/band:
- comandante zapatista (in RE)
- cielito lindo (in SOL), versione bolognese
- messico e nuvole (in LA) mix tra jannacci e giuliano palma
- la cucaracha (in RE) versione bolognese
- avventura a durango
- la bamba (in RE), versione casinara.
Naturalmente queste informazioni riservate sono per il pubblico che sarà stimolato a partecipare.

> Questo è il programma:
Ore 19,30 aperitivo rinforzato
Ore 20,30 cena con fagioli messicani
Ore 21,30 si alza il sipario

Insomma, per Venerdì 20 novembre 2009, oltre che dai 99 anni passati dall’inizio della rivoluzione mesicana, saremo condizionati anche dalle parole che Pino Cacucci rilasciò in un’intervista a ZIC (Zero in condotta) qualche anno fa: “Il Messico è tante cose... tante immagini. Prima di tutto, come dice un personaggio di Carlos Fuentes, è un posto impossibile da raccontare, ci devi credere, con passione, con rabbia, ma soprattutto con totale abbandono. Uno straniero che va in Messico, comincia a capirlo quando si rende conto che non può capirlo. Molti anni fa c'era questo modo di dire, che sotto il selciato c'era la spiaggia; adesso sotto il selciato delle città europee credo che ci siano solo le fognature, ma sotto il selciato delle città messicane ci sono radici tenaci, che hanno resistito a tutte le colonizzazioni, compreso l'ultima, la più pericolosa, che è quella del turismo... Ecco, questo è il motivo per cui una persona si può innamorare del Messico: ci ritrovi radici che non riesci a catturare ma di cui senti l'esistenza, avverti tensioni positive e negative fortissime, avverti un'energia che estremizza tutto, che è molto forte… il Messico è un concentrato (a volte duro da sopportare) di passioni. Il Messico resta un mistero…”.

> SCARICATE IL PDF DEL FOGLIO "L'IDRAULICO SOLIDO" allegato a questo articolo

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