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Mercoledì 12 e giovedì 13 dicembre 2007 a Vag61

Dalla strategia della tensione alla strategia della sicurezza

Dalla strategia della tensione alla strategia della sicurezza Da piazza Fontana ai "nuovi" fascismi. Il centro di documentazione dei movimenti "Francesco Lorusso - Carlo Giuliani" e Vag61 organizzano due serate in occasione dell'anniversario della strage di piazza Fontana.

Mercoledì 12 dicembre

> Ore 20 cena

> A seguire proiezione di:

“Il filo della memoria. Giuseppe Pinelli”
con Gian Maria Volontè; di Guido Albonetti, Italia, 2000
Produzione: Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico

“12 dicembre”
di Pier Paolo Pasolini e Lotta Continua

Giovedì 13 dicembre

> Ore 21 "VECCHI E NUOVI FASCISMI" - Riflessioni e prospettive
incontro con Luca Alessandrini (Istituto Storico Parri Emilia-Romagna) e Saverio Ferrari (Osservatorio democratico sulle nuove destre)

+ nel corso delle serate:
Mostra manifesti antifascisti

- Archivio storico FAI (Imola)
- Archivio della Nuova Sinistra Marco Pezzi (Bologna)

c/o Vag61 - Officina dei media indipendenti

Via Paolo Fabbri 110 – www.vag61.info - bus 37, 20, 28


12 DICEMBRE
Il documentario, autoprodotto, fu pronto per l'inizio del '72 ed ebbe la sua visibilità passando anche al festival di Berlino. Lo stesso anno Pasolini si prese anche due denunce, per istigazione alla disobbedienza delle leggi dello Stato, istigazione a delinquere e apologia di reato, in quanto prestava generosamente la sua firma di direttore responsabile (oltre alle sovvenzioni in denaro) per il giornale Lotta continua.

Il grosso del girato di 12 dicembre fu opera di Giovanni Bonfanti, che insieme a Goffredo Fofi lo aveva anche sceneggiato. Il taglio è quello del documentarismo militante che in quegli anni era diffusissimo. Si filmano i compagni, li si fanno parlare cercando di evitare le domande. Nasce un affresco della realtà operaia degli anni settanta: da Carrara, dove si muore "inavvertitamente" schiacciati dai massi di marmo bianco alla Montecatini Edison, la Pirelli e la Fiat di Torino. Le facce degli operai in assemblea mostrano preoccupazione ma anche una lucida consapevolezza: non si muore solo di fumi nocivi ma anche di alienazione dopo otto ore passate a ripetere lo stesso movimento. E ancora, nel '70 Reggio Calabria come Belfast. Nella città in rivolta contro l'assegnazione di capoluogo di regione a Catanzaro, si intraverde il prologo di una possibile rivolta di classe. Alcuni ragazzi ammetono che negli scontri con l'esercito si sono infiltrati elementi poco chiari «mentre i padroni si godevano la battaglia dal balcone». Ma è lampante la condizione di miseria indicibile dei baraccati filmati alle porte della città e la loro frustrazione riversata per le strade contro le forze dell'ordine, l'unico avamposto di Stato che abbiano conosciuto.

Pasolini si occupa solamente di due episodi. Il primo è proprio quello di apertura del documentario che non è altro che una serie di interviste a chi quel 12 dicembre del 1969 l’ha veramente vissuto (la famiglia Pinelli, l’avvocato di Lotta Continua, il tassista che ha accompagnato l’attentatore sul posto). In questo frangente Pasolini esprime tutto il suo sentire politico, dichiaratamente di parte ma incredibilmente efficace. Successivamente Pasolini si occupa delle interviste agli operai della Italsider di Bagnoli. Qui troviamo tutto il Pasolini cineasta e scrittore, l’uomo che amava mostrare i corpi nei loro spasmi più tragici, più erotici. E questo è un raffinato cinema di corpi, dove il gesticolare degli operai meridionali si trasforma nel gesto disperato di un operaio sordomuto che riesce solo ad emettere suoni senza alcun significato ma che, grazie ai suoi movimenti, regala alla pellicola l’unico vero respiro di una tragicità umana del popolo.

Secondo film

IL FILO DELLA MEMORIA. GIUSEPPE PINELLI
Videoantologia a cura di Guido Albonetti (2000,iTALIA, 55’)
Un breve prologo descrive, con materiale d’archivio, il periodo compreso tra 1968 e la strage di piazza Fontana. La videoantologia è completata da brani tratti da due filmati d’eccezione prodotti nel 1970 dal “Comitato cineasti italiani contro la repressione”, in cui hanno militato autori come i Taviani, Risi, Lizzani, Gregoretti e tanti altri, tra i più noti registi di quegli anni. In Ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli, girato da Elio Petri con Gian Maria Volontè, assistiamo alla vera e propria messa in scena delle ipotesi sulla morte dell’anarchico formulate dalla polizia.

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