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Per una ricerca sul movimento del Settantasette


9 marzo 2006

Quello che presentiamo è un progetto di ricerca sul movimento del '77, promosso dal Centro Documentazione dei Movimenti "F.Lorusso e C.Giuliani", che verrà realizzato da due laureati in Storia e che vedrà la collaborazione di docenti della facoltà di Storia.
La ricerca e la successiva pubblicazione di un volume (da realizzarsi per l'anno prossimo) sarà totalmente "autofinanziata" da compagne e compagni che hanno partecipato al movimento del '77.
Gli enti locali e l'Università di Bologna che avevano dichiarato una disponibilità a sostenere il progetto si sono "fatti di nebbia", pertanto, con il sano metodo della colletta, contribuiremo in tanti a ricostruire un pezzo dimenticato o distorto della nostra storia.

Il 1977 è stato sicuramente un “anno di frontiera”, è l’anno in cui si sviluppò un Movimento del tutto nuovo sia a livello di forma che di sostanza.
Esso fu un Movimento che si sviluppò e si alimentò in maniera del tutto autonoma, uno degli elementi caratterizzanti che segnò anche la discontinuità con altri movimenti studenteschi fu, infatti, la dichiarata contestazione a partiti e sindacati di sinistra, in uno dei periodi storici di più difficile interpretazione per la storia italiana.
La seconda metà degli anni Settanta, infatti, fu caratterizzata da una diffusa recessione economica determinata dalla crisi petrolifera del 1974, e fu il momento in cui i sindacati bloccarono le lotte predicando la necessità di sacrifici per la classe operaia ma, soprattutto, sembrò concretizzarsi il progetto del “compromesso storico” portato avanti da Enrico Berlinguer.
Contemporaneamente andava configurandosi la pesante disfatta del movimento operaio all’indomani delle grandi lotte di inizio decennio, il culmine per partecipazione ed efficacia dell’azione della classe operaia italiana, in un momento in cui i gruppi extraparlamentari persistevano solo in forme residuali ed in cui la pratica della lotta armata era una realtà effettiva della scena politica italiana.
In questo contesto emerse un movimento che ridefinì le pratiche della militanza, il concetto stesso del far politica e che avvertì in tutta la loro drammaticità i mutamenti determinati dal passaggio alla società postindustriale e dalla nuova configurazione metropolitana, che pose con grande forza la questione della riappropriazione del tempo di vita e della soddisfazione dei bisogni sganciati dalle esigenze produttive del capitale.
Questo Movimento, definito poi come uno strano movimento di strani studenti, si sviluppò all’interno delle Università occupate, in particolare a Roma ed a Bologna, per poi riversarsi come un fulmine sul tessuto metropolitano.
Ma il 1977 ed il Movimento che in quell’anno nacque è da sempre stato oggetto di una rimozione, di un occultamento tanto sistematico quanto artificiale praticato non solo dalle istituzioni, dal potere, ma anche dagli stessi protagonisti che ne hanno vissuto sulla propria pelle la pesante sconfitta.
Appartiene infatti al senso comune di molti l’abbinamento, quanto mai superficiale, del movimento del ’77 a termini come violenza e terrorismo, o ancora la divisione tanto netta quanto semplicistica di quel movimento in due parti ben distinte: da una parte i gruppi creativi, ironici, sostanzialmente “buoni”, dall’altra i gruppi violenti, più politicizzati, sostanzialmente “cattivi”. Questi approcci semplicistici sommati alla formulazione di teorie interpretative alquanto discutibili, come la teoria delle “due società” formulata da Asor Rosa, furono un tentativo di rinchiudere in schemi e paradigmi precostituiti la complessità di un Movimento ancora oggi non esplicitata pienamente, visto che il Movimento del ‘77 ebbe sicuramente il merito, storico e politico, di porre al centro del dibatto domande e problematiche non ancora completamente sviscerate e risolte.
Per questo motivo, partendo dal “Centro di documentazione dei movimenti Francesco Lorusso - Carlo Giuliani”, crediamo sia necessario tentare una ricostruzione di quel movimento e di quella fase storica, sociale e politica.
Crediamo sia necessario mettere in moto l’ingranaggio di una memoria sociale e collettiva che indaghi quell’esperienza, che ne metta in evidenza le ricchezze ed i limiti attraverso una ricerca che metta in rete conoscenze, esperienze, documenti, che sia viva, in divenire e non formalizzata su tesi precostituite.
Pensiamo sia ancora più importante farlo nella città teatro dei momenti più significativi del ’77, soprattutto in relazione alla componente più giovane della città che molto spesso ha animato con la partecipazione diretta la stagione dei movimenti attuali dispiegatisi a livello globale partendo da Seattle ed in Italia dalla contestazione al vertice del G8 di Genova.

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